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Cresce nelle aziende l’adozione delle soluzioni di comunicazione innovative. Un’opportunità per ridurre i costi e, al contempo, un’esigenza strategica

In un contesto competitivo sempre più veloce e imprevedibile come quello attuale aumenta il bisogno di creare ambienti virtuali per collaborare in modo…

01 Feb 2010
In un contesto competitivo sempre più veloce e imprevedibile
come quello attuale aumenta il bisogno di creare ambienti
virtuali per collaborare in modo efficace e flessibile, anche al
di fuori degli schemi organizzativi formali e in condizioni di
mobilità
. Le tecnologie di Unified
Communication & Collaboration (UC&C)
supportano
la gestione di ogni tipo di comunicazione, interna ed esterna
all’impresa, in modo unitario e indipendente dai mezzi
adottati per veicolarne i contenuti attraverso infrastrutture e
strumenti integrati. Tali soluzioni, nate come distinte e oggi
riunificate in suite applicative, permettono alla Direzione
Sistemi Informativi una gestione unificata dei diversi canali di
comunicazione, con importanti risparmi nei costi di
set-up e gestione dei diversi servizi
e allo stesso
tempo consentono di favorire la collaborazione sia intra che
inter aziendale.

Una ricerca recentemente pubblicata da Ovum
conferma che, malgrado la forte contrazione dei budget,
l’adozione della Unified Communication è in
crescita
in tutto il mondo, con particolare interesse
per le applicazioni video e per l’utilizzo
di queste tecnologie di ultima generazione anche sui
device Mobile. Più del 40% delle aziende che ha
partecipato alla ricerca, inoltre, ha delineato una strategia IP,
ipotizzando una roadmap per l’implementazione dei servizi a
livello di singola società o di gruppo. Quest’ultimo dato
è sicuramente rilevante soprattutto se si pensa che fino
all’anno scorso appena un’azienda su quattro aveva
dichiarato di avere una strategia in tal senso. Dalla ricerca è
emerso anche che le applicazioni che incuriosiscono maggiormente
le aziende sono la telepresence, il click-to-call dalle
applicazioni Mobile, la convergenza fisso-Mobile
. Molte
aziende hanno in previsione di utilizzare device dual
mode (GSM/Wi-Fi)
.

Per quanto riguarda l’Italia, l’83% del
campione dei 102 CIO
interpellati su questo tema nel
2008 della School of Management del Politecnico di Milano
dichiarava di aver effettuato nel 2008 investimenti in questo
ambito
, con entità medie pari a circa 200.000 euro
(ricerca verticale sulla Unified Communication &
Collaboration condotta dall'Osservatorio Enterprise 2.0).
Più in generale, ben il 91% delle aziende del
campione dichiara di avere iniziative attive su
questo ambito. I risultati della Ricerca mostrano anche come,
oltre ai CIO, gli sponsor di queste iniziative siano
molteplici
: si va dal Top Management (25%), alla
Direzione Marketing e Commerciale (22%) e Risorse Umane e
Comunicazione (21%). È interessante notare come, in un numero
non trascurabile di casi, il commitment giunga direttamente dagli
utenti finali.

Nello specifico, analizzando 20 iniziative rilevanti emergono
tre dimensioni principali per classificare i progetti di
Unified Communication & Collaboration
:

la tecnologia abilitante, che fa riferimento
all’infrastruttura del progetto di UC&C ed in
particolare alla migrazione della telefonia su rete IP
(VoIP);

i servizi applicativi, ovvero gli strumenti
tipici della UC&C introdotti all’interno
dell’organizzazione;

la multicanalità, che riguarda la
possibilità di accedere tramite dispositivi Mobile ai servizi e
alle applicazioni aziendali.

Grazie ai benefici ottenibili nel breve periodo, le iniziative di
UC&C riescono attualmente ad “entrare” nelle
organizzazioni nonostante tutte le risorse e l’attenzione
siano spesso assorbite da logiche di sopravvivenza, o per lo meno
di breve periodo, e gli investimenti ICT siano in forte
diminuzione a causa del periodo di crisi. Un approccio maturo da
parte dei CIO dovrebbe mescolare opportunamente tatticismo e
visione strategica. Da una parte, infatti, occorre sfruttare
committment e minore resistenza al cambiamento che i decisori
hanno in questo momento di crisi, enfatizzando i risultati
monetizzabili di breve; dall’altra bisogna impostare il
progetto pensandolo come l’inizio di un percorso
strutturale di cui mettere correttamente le premesse dal punto di
vista tecnologico, organizzativo e strategico.

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