Interviste esclusive

Microsoft: «Bisogna puntare sulla tecnologia per promuovere la crescita delle PMI»

A pochi giorni dalla chiusura della attesa settimana delle PMI, Carlo Mauceli, nuovo National Digital Officer di Microsoft Italia traccia, in esclusiva, un quadro completo sulla attuale situazione delle Piccole e medie imprese di casa nostra. Le strategie e le strade possibili per rilanciare la spinta innovativa di questo vitale componente del tessuto economico e industriale italiano

04 Dic 2013

Si è appena chiusa la Settimana delle PMI che ha rappresentato un’occasione ideale per riflettere sul ruolo chiave delle piccole aziende e dei piccoli imprenditori a sostegno dell’economia europea. Secondo la ricerca della Commissione Europea con Ecorys, le PMI impiegano 87 milioni di persone nell’area, ovvero i due terzi di tutti i lavoratori del settore privato.

Nonostante il loro ruolo primario nell’economia, molte aziende di piccole dimensioni affrontano sfide importanti. Da un recente studio dell’Institute of International Finance e della società di consulenza Bain & Co emerge, per esempio, che i prestiti alle PMI sono diminuiti del 50% negli ultimi cinque anni. A ciò si aggiunge la carenza a livello europeo di competenze nel settore ICT che rende la crescita e lo sviluppo delle piccole aziende un’impresa ardua.

Accanto a queste sfide pressanti, le PMI hanno però anche opportunità senza precedenti. Un IT moderno e il Cloud Computing offrono alle realtà più piccole servizi e strumenti avanzati, un tempo accessibili esclusivamente alle grandi imprese. Riflettiamo di questi scenari d’innovazione relativi alla PMI insieme a Carlo Mauceli, nuovo National digital Officer di Microsoft Italia, un’azienda che nel solco di un impegno storico è proprio nel pieno di una serie di interessanti iniziative volte a spingere la digitalizzazione delle PMI italiane.

Le nuove tecnologie offrono grandi opportunità per una crescita flessibile, qual è l’impatto che possono avere sulle realtà più piccole?

L’innovazione tecnologica può davvero fare la differenza per le aziende più piccole, che, se ricoprono un ruolo chiave in Europa, a maggior ragione rappresentano il cuore del tessuto economico italiano di cui costituiscono oltre il 90%. Secondo una nuova ricerca Microsoft – Boston Consulting Group, esiste un potenziale di crescita del fatturato delle PMI pari a $ 770 miliardi in Germania, India, Cina, Brasile e Stati Uniti.

BCG ha individuato differenze sostanziali tra le PMI tecnologicamente avanzate che utilizzano il cloud e altre tecnologie, rispetto a quelle che non si sono ancora modernizzate. Le PMI più tecnologiche registrano una crescita delle entrate maggiore del 15% e creano posti di lavoro a una velocità quasi doppia rispetto alle aziende meno avanzate.

La situazione è analoga in Italia?

Direi di sì ma per avere un quadro esaustivo è necessario fare una riflessione un po’ più ampia ed è necessario parlare di “Internet Economy”, in senso lato. L’Internet Economy italiana valeva circa 32 miliardi di euro nel 2010, rappresentando circa il 2% del PIL con una crescita del 10% rispetto al 2009.

Per fare un paragone, utilities ed agricoltura che hanno sempre rappresentato un punto di forza dell’economia italiana, nello stesso periodo, hanno raggiunto il 2,3% del PIL. Quindi, se Internet fosse un settore della nostra economia, la sua crescita avrebbe contribuito a circa l’8% dell’aumento complessivo del PIL nazionale registrato nel 2010. Con una crescita annua complessiva prevista del 15% fino al 2015, l’Internet Economy italiana rappresenterà nel 2015 tra il 3,3% e il 4,3% del PIL, pari a circa 60 miliardi di euro, dato più che raddoppiato rispetto al 2009.

E queste sono stime conservative su cui possono pesare, in maniera positiva, la continua evoluzione del mobile commerce che permette di creare un indotto ancora più ampio.

Detto questo, mi preme sottolineare che ci sono tre aspetti fondamentali da tenere in considerazione per valutare l’importanza di Internet e delle nuove tecnologie in genere nel nostro paese.

· Le piccole e medie imprese che usano Internet e le nuove tecnologie in modo attivo crescono più in fretta, raggiungono una clientela che va oltre i confini del nostro Paese, assumono un numero maggiore di persone e sono, in generale, più produttive rispetto a quelle che non sono attive sul Web.

· Internet pervade la catena del valore dei settori chiave per l’economia italiana quali l’industria alimentare, il turismo, la moda e fornisce un contributo determinante in termini di competitività su scala internazionale.

· Il nostro Paese è caratterizzato da un’elevata propensione all’utilizzo di dispositivi mobile come tablet e smatphone.

Alla luce di tutto questo, secondo me, sono tre le aree su cui bisogna focalizzarsi per garantire un corretto sviluppo che abbia l’utilizzo di Internet e delle nuove tecnologie come motore:

· L’utilizzo da parte delle PMI di soluzioni ibride, che permettano una corretta distribuzione dei servizi in funzione della capacità di chi li eroga. Microsoft in questo è in prima linea ed è anche l’azienda che, grazie allo sviluppo del Cloud OS, permette di realizzare, in modo semplice e veloce, soluzioni di questo tipo garantendo un’economia di scala che né il cloud pubblico da solo né, tantomeno, il cloud privato sono in grado di offrire.

· Il commercio di tipo mobile, le applicazioni multipiattaforma e la georeferenziazione sono una priorità che permette di realizzare un florido ecosistema di apps tramite la collaborazione di aziende, sviluppatori, società di telecomunicazioni, produttori di device mobili e aziendi che sviluppano sistemi operativi. Ciò significa, necessariamente, svecchiare l’infrastruttura client a vantaggio di quella server in un’ottica, per così dire, device and services. La realizzazione di servizi semplici, veloci e di fruibilità pressoché immediata rappresentano un nuovo terreno su cui appoggiarsi per creare nuove opportunità di lavoro e di crescita.

· L’educazione digitale rappresenta un prerequisito fondamentale: lo sviluppo dei comportamenti delle aziende e degli utilizzatori può essere stimolato e guidato attraverso iniziative atte ad eliminare gli ostacoli “mentali” che ancora oggi esistono e che non consentono uno sviluppo razionale di quanto detto. Gli enti governativi, in questo, dovrebbero essere in prima linea, garantendo una copertura di rete significativa all’intero Paese e agevolando le PMI in questo percorso.

Molte opportunità quindi, ma qualche resistenza. Esistono dei reali fattori di rischio legati alla modernizzazione dell’IT?

Dal mio punto di vista, i rischi sono principalmente due. Innanzitutto, come detto, ci vuole una volontà politica che permetta al Paese di svilupparsi in questa direzione permettendo a chi vuole innovare di poterlo fare con i giusti investimenti. Per intenderci, è inutile che parliamo di identità digitale o fatturazione elettronica quando moltissimi Paesi non sono raggiunti da una connessione.

Il secondo aspetto, che è in parte conseguenza del primo ma non solo, è che le PMI non abbiano colto appieno cosa davvero possa fare la differenza in questo mercato e, dunque, continuino a mantenere un IT vecchio di 15 anni, basato su un concetto di Virtual Datacenter e non di Multi Tenant Datacenter, ovvero non esternalizzando quei servizi che rappresentano un costo ricorrente in termini di dispositivi, gestione, manutenzione e, soprattutto, storage, con sistemi operativi obsoleti e, quindi, a rischio dal punto di vista della sicurezza e, infine, con applicazioni sviluppate secondo un concetto ancora di tipo client-server o browser centrico, che non indirizzano il settore di maggiore sviluppo e crescita che è quello mobile.

Questa situazione non solo pone le aziende in una posizione svantaggiata in termini di produttività, ma può rappresentare una minaccia per la sicurezza.

Per esempio, a quattro mesi dalla fine del supporto per Windows XP e Office 2003, è molto importante che le PMI, sicuramente consapevoli dei rischi per la sicurezza associati all’uso di software non aggiornato, operino opportuni piani di migrazione sfruttando le soluzioni tecnologiche a disposizione quali la virtualizzazione, sia applicativa che desktop, la scrittura di apps svincolate dal sistema operativo e nuove soluzioni server che alleggeriscano l’infrastruttura privata.

Quindi la sicurezza rappresenta un aspetto da non sottovalutare che dovrebbe addirittura trainare l’innovazione delle PMI?

Esattamente, ma non si tratta solo di un tema di sicurezza, perché adottare soluzioni IT più moderne e avere a disposizione hardware e software aggiornato impatta sulla produttività e sulla crescita delle aziende, come abbiamo indicato in precedenza. La formazione, come detto, è altrettanto fondamentale per capire appieno le potenzialità che le nuove soluzioni possono offrire sia verso l’IT che verso coloro che fruiranno dei servizi offerti. Le PMI devono prendere atto che gli investimenti in IT rappresentano una risorsa in grado di far guadagnare un vantaggio competitivo in un mercato in costante evoluzione.

In questa logica, Microsoft s’impegna per supportare il percorso di innovazione di un numero sempre maggiore di PMI. I nostri servizi rivolti allo sviluppo di un cloud ibrido, l’ultima versione di Windows 8.1 e il nuovo Office sono progettati per favorire la crescita delle organizzazioni attraverso una maggiore produttività, sia tramite nuovi scenari mobili per ampliare le opportunità di business, sia sfruttando nuove tecnologie per semplificare i processi esistenti. Abbiamo introdotto innovative funzionalità che si rivelano strategiche per le aziende, dalla migliore gestione al supporto BYOD, dalla mobilità al networking.

Un’innovazione a 360° insomma. A pochi giorni dalla conclusione della settimana europea delle PMI, qual è il messaggio che si sente di lasciare ai protagonisti delle aziende di piccole e medie dimensioni che dominano sul territorio?

Osare. Avere coraggio. Il fattore più critico per sostenere la crescita delle PMI risiede nello spirito coraggioso e nella visione innovativa degli imprenditori e dei leader di queste realtà, che con la loro caparbietà e il loro pensiero prospettico possono fare la differenza per l’intero Paese. Certo non possono essere lasciati da soli, hanno bisogno di essere guidati in questo percorso d’innovazione ed insieme al nostro ecosistema di 27.000 partner in Italia, intendiamo proprio raggiungere le PMI capillarmente sul territorio, aiutandole a sfruttare la tecnologia per liberare il proprio potenziale. Anche il nuovo progetto “digitali per crescere” di Microsoft è nato l’intento di promuovere la digitalizzazione del Paese puntando su PMI e giovani per dare avvio a un circolo virtuoso di occupazione e crescita che faccia leva sulle potenzialità delle nuove tecnologie.

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