Consigli

Social Media, le tre cose che non bisogna fare

Le grandi aziende hanno una media di 178 social account. Ha senso gestirne così tanti? Primo consiglio è semplificare, anche nelle PMI; seconda cosa da non fare è sperare che altri condividano per voi; infine, focalizzarsi su contenuti “facili” non è una tattica efficace.

20 Set 2012

Tre cose da non fare sui social media e le eventuali correzioni. Le propone Socialmediatoday.com che sconsiglia di dedicarsi a troppi social network. La bulimia è un male anche online.

Se date ascolto agli esperti, spiega il sito, dovreste essere presenti su Twitter, Facebook, Google+, Pinterest, Tumblr e possibilmente altri network. Un consiglio seguito da molti stando all’ultima indagine di Marketing Pilgrim secondo la quale la media delle grandi aziende conta 178 social account.

Semplificazione
Un numero un filo elevato che può fare a pugni con la strategia e la complessità che deriva dalla gestione di queste presenze online. La focalizzazione sulle principali piattaforme e su quelle più utili per il proprio business, dove è presente il target migliore, è il primo consiglio. Traslata sul mercato italiano la situazione è ancora più ovvia.

Con una taglia media delle aziende di quattro persone è inutile sprecare forse su tante piattaforme. Pensando per esempio al mondo del turismo la concentrazione degli sforzi appare una priorità. Investire più risorse in poche iniziative è la strategia consigliata. Pinterest può essere intrigante, ma se non serve lasciate perdere.

Condivisione
Sperare che gli altri condividano per voi. La condivisione dei vostri post o il retweet sono sicuramente una cosa positiva, ma non sono possono essere una strategia di marketing. Non potete sperare che gli altri lavorino per voi. Può succedere, ma non è scontato. Per le grandi aziende è più facile gestire la presenza sui social network. I volumi di traffico probabilmente garantiscono una sorta di effetto rimbalzo delle vostre comunicazioni. Ma il piccolo che vuole basarsi sul passaparola è molto più a rischio.

Che fare? Indirizzate i vostri utenti verso specifiche risorse. Cercate di focalizzare le vostre attività su un sito, la pagina social, newsletter. Indirizzateli su contenuti precisi non generici. Utilizzate offerte e incentivi che colpiscano il lato emozionale. Non siate generici.

Focalizzazione
Focalizzarsi troppo con contenuti “facili” è una tattica inefficace. Quando siete online, “engagement” deve essere la parola d’ordine. Tre post qualche commento, una sequela di tweet possono non essere sufficienti. Se invece riuscite a posizionarsi bene sui motori di ricerca, saranno gli utenti a venirvi a cercare, a voler instaurare una relazione con voi. La strada per ottenere questo risultato è di focalizzarsi sullo sviluppo del business non sulla gestione della community.

Quest’ultima è importante se si possiede già una grande audience. Ma se al contrario si è piccoli e poco conosciuti bisogna concentrarsi sulle proprie attività e cercare partnership con altre organizzazioni. Si può cercare di produrre contenuti per una property importante oppure cercare la collaborazione con un’organizzazione non profit che vi posizioni in un determinato modo.

Altra strada è quella di utilizzare nuove tecnologie e tool per creare partnership con personalità di rilievo o importanti organizzazioni. Si tratta di una strada più difficile da seguire, che assicura nel lungo termine ROI più alti, ma necessita lo sviluppo di credibilità e figure che siano in grado di aiutare e consigliare le altre property.

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