Opinioni

Purassanta (Microsoft): «Nell'era della digital disruption tutte le attività sono data intensive»

Nell’evento di lancio di SQL Server 2016 l’AD di Microsoft Italia sottolinea il ruolo cruciale dell’analisi dei dati in ogni business. Ecco perché CRM e BI cambiano pelle, mentre la componente visuale dei report prende il sopravvento. Le quattro regole per una visualizzazione ottimale secondo l’esperto Alberto Cairo

24 Giu 2016

Carlo Purassanta, Amministratore Delegato Microsoft ItaliaÈ una società sempre più fondata sui dati, quella in cui viviamo. Dati accessibili in ogni istante dal proprio smartphone, dati condivisi in tempo reale sui social, dati trasmessi in continuo dai dispositivi connessi in ottica IoT… E proprio sulla capacità delle aziende di estrarre preziose informazioni di business dalla miriade di record che transitano quotidianamente all’interno dei sistemi informativi si giocherà la competitività di lungo termine negli anni a venire. «La vera digital disruption – esordisce l’Amministratore Delegato di Microsoft Italia, Carlo Purassantaè data dalla combinazione di digitale e tecnologie data driven. Per le aziende si aprono nuove, concrete, opportunità che partono dalle idee e sfruttano le potenzialità che derivano dalla più ampia condivisione e analisi dei dati. Si tratta di un nuovo modello di business universale, che io amo definire “data intensive”. Invece di parlare di CRM si ragiona sempre più in termini di engagement del cliente, anziché riferirsi genericamente alla Business Intelligence si parla di analisi predittive e machine learning. I dati, in sostanza, ci permetteranno di guardare con occhi diversi persone, prodotti e processi». Questo, però, è possibile solo se i fenomeni che i record descrivono sono comprensibili e immediatamente interpretabili dall’utente finale sia esso un capo progetto, il responsabile marketing o quello finanziario. Ecco che, allora, la componente di visualizzazione dei dati acquista sempre più peso all’interno dei cruscotti, come testimonia anche l’esperto in materia, Alberto Cairo, invitato nei giorni scorsi a Milano all’evento di presentazione di SQL Server 2016.

Visualizzare i dati per capire i fenomeni

Spagnolo di nascita ma americano di adozione, una formazione da giornalista e una cattedra di Visual Journalism alla School of CommunicationAlberto Cairo, giornalista e professore di Visual Journalism dell'Università di Miami dell’Università di Miami, Cairo ha legato tutta la sua carriera a comprendere come la rappresentazione grafica delle informazioni potesse contribuire ad attrarre nuovi lettori e coinvolgere quelli vecchi. «La visualizzazione è una rappresentazione grafica progettata per abilitare l’esplorazione, l’analisi e la comunicazione spiega il professore -. La visualizzazione dati è una branca di questa disciplina, che punta a rendere più immediata l’analisi di fenomeni e trend. Con il tradizionale foglio di Excel è ormai piuttosto difficile estrarre tendenze ed esplorare i dati. Trasformando i record in aree, colori, forme geometriche è più immediato individuare i trend in atto e riuscire a predire quelli futuri».

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La visualizzazione dei dati si sta diffondendo rapidamente in azienda, anche perché oggi esistono strumenti proprietari e open source, facili da usare e disponibili a basso costo, per generare rappresentazioni accattivanti ed esaustive praticamente di qualsiasi fenomeno. «Ne è un esempio SandDance – precisa Cairo -, uno strumento software web based che Microsoft mette a disposizione all’interno della piattaforma di intelligenza diffusa PowerBI inclusa in SQL Server 2016. Permette di navigare all’interno dei dati, identificarli, selezionarli e creare rapidamente degli insight utili a supportare il processo decisionale in azienda».
Si tratta di un tool “for dummies”, che permetterà anche a chi è meno avvezzo all’uso di Excel o delle dashboard di classe aziendale di creare con pochi click del mouse mappe, istogrammi, torte e altri grafici, anche in formato tridimensionale.

Un equilibrio tra attrattività e facilità di lettura

Cairo sottolinea come gli strumenti di rappresentazione grafica dei dati stiano acquistando una valenza trasversale in azienda: sdoganati dall’ufficio IT sono, ormai, intuitivi a sufficienza per poter essere utilizzati direttamente da manager e capi progetto. «La visualizzazione non è solo attraente, ma anche persuasiva. Ci sono evidenze scientifiche della maggior efficacia dei messaggi veicolati con data chart o con altre rappresentazioni grafiche unite al testo anziché con il solo testo». E, da esperto, detta le regole da seguire per ottenere una visualizzazione dati efficace. Deve trattarsi di elementi:

1) Basati su record di qualità: una bella immagine che non racconta nulla di nuovo o interessante non è efficace

2) Capaci di attrarre l’attenzione del pubblico: devono avere un aspetto gradevole, innovativo, colorato e armonico

3) Non frustranti per il lettore: i dati devono essere presentati in modo che siano immediatamente riconoscibili e fruibili, il lettore non deve essere costretto ad andarseli a cercare

4) Devono mostrare un ammontare appropriato di record: al minimo quelli necessari per descrivere il fenomeno in modo esaustivo, senza semplificare all’eccesso

«Per favorire l’engagement del lettore o dell’interlocutore aziendale – mette in guardia l’esperto – occorre, però, sempre trovare un compromesso tra attrattività del grafico e facilità di lettura. La parola chiave è chiarificazione, che è diversa dalla semplificazione. Chiarificare significa rendere più comprensibile, il che non è sempre sinonimo di ridurre ai minimi termini le informazioni esposte e questo, purtroppo, è un errore che molti compiono quando cercano di rendere a livello di immagine un fenomeno».

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