Scenari

Procurement, come realizzare una "organization of one"

Integrazione di nuova generazione con il business, con un esteso ecosistema di fornitori, con processi ridisegnati in base alle evoluzioni: è questo il punto da cui le organizzazioni devono partire per intraprendere il cambiamento radicale nell’ambito degli acquisti. Il punto di Accenture

23 Nov 2015

Nei prossimi cinque o sette anni, le piattaforme e le tecnologie digitali trasformeranno completamente il modo in cui la maggior parte delle funzioni Procurement opera: infatti, dopo decenni di relativa inerzia, ora si trovano in bilico verso un cambiamento radicale.

I costi per gli acquisti sono destinati a diventare radicalmente più bassi. Secondo una ricerca condotta recentemente da Accenture nell’ambito dei beni di consumo, le aziende digitali incorrono in costi di Procurement pari allo 0,22% del fatturato netto rispetto allo 0,50% per aziende delle stesse dimensioni, ma non digitalizzate. E a trasmettere valore stategico alle imprese con cui collaborano, saranno quelle aziende che hanno investito sul digitale per diventare organizzazioni di procurement “of one” – come le definisce Accenture -. Dove “one”, secondo la società di consulenza, significa integrazione di nuova generazione con il business, con un esteso ecosistema di fornitori, con processi ridisegnati in base alle evoluzioni.

Secondo Accenture i punti chiave che caratterizzano la “Procurement Organization of One” sono questi tre:

Le organizzazioni più piccole hanno maggiore energia

Le organizzazioni più concentrate sul Procurement prevedono, non solo un ruolo strategico più importante per il Chief Procurement Officer, ma anche una diversa struttura organizzativa, una struttura qualificata dal digitale per rendere il Procurement un tutt’uno con il business. Citando il Vice President Procurement di Ericsson, André Le Lerre, questa è quella che si può definire la “thin front line” di professionisti, che lavora all’interno dell’azienda e applica le conoscenze che ha sul Procurement per soddisfare le esigenze core del business: aiutare la funzione Ricerca e Sviluppo a ridurre il time to market, o risolvere problemi di prodotto e produzione.

Questi professionisti dovrebbero appartenere a un team centrale molto più piccolo rispetto alle dimensioni tipiche di oggi, che grazie al supporto delle tecnologie digitali riesce ad avere la visibilità in tempo reale della domanda, dell’offerta e dei prezzi così da supportate la gestione della strategia di business, della domanda e della supply chain, delle policy, della compliance e della strategia globale di gestione dei fornitori. Nei casi più innovativi, questo team ha la responsabilità per le regole di base – parametri e algoritmi – che governano il Procurement centrale piuttosto che per le persone e processi che li eseguono.

A questo livello risulta fondamentale l’analisi dei dati rifertiti all’infrastruttura di base delle tecnologie avanzate che le sezioni centrali di procurement del futuro implementeranno. La ricerca di Accenture mostra che la maggior parte delle aziende è meno propensa a utilizzare l’analisi dei dati proprio in ambito Procurement: a farlo è solo il 40%, mentre nell’area finanziaria è il 59% in finanza e nel customer service il 55%. Tuttavia le organizzazioni leader nel Procurement riconoscono che le analisi hanno il potere di analisi di gestire i dati in modo dinamico e in tempo reale, e stanno cercando di capire come sfruttarlo. Le applicazioni predittive di “supply analytics”, per esempio, possono raccogliere grandi moli di Big Data, e agevolare gli approfondimenti, ma possono anche fornire una dashboard standardizzata per aiutare ad affrontare specifici problemi. I clienti possono accedere a beni e servizi da un’applicazione Cloud-based supportata da un mix di innovazioni digitali, che consente l’accesso a una più ampia gamma di prodotti. Inoltre, le applicazioni “virtual category room”, alimentate dalle analisi e dai social media, possono contenere i dati di mercato aggregati e real time, a supporto di un raggiungimento degli obiettivi più efficace.

Un ecosistema di 3 componenti

I network digitali nella supply aumentano la competitività e contraddistinguono le alte performance del settore. Il 60% delle aziende sta già investendo in piattaforme di collaborazione digitale per stimolare le idee, facilitarne la raccolta e favorire nuove partnership e forme di collaborazione.

I procurement manager, nel frattempo, stanno sfruttando le piattaforme e le tecnologie digitali per estendere le loro reti di distribuzione in prospettiva di un “ecosistema di 3″ componenti: strategia, transazioni e novità. Le nuove imprese stanno diventando, in effetti, quello che il CPO e CSCO di Flextronics, Tom Linton, chiama “impresa virtualmente integrata”, guadagnando un altro passo dall’impresa verticalmente integrata tipica del passato.

I fornitori strategici hanno, infatti, un enorme impatto sulla capacità delle società di crescere in modo redditizio e continueranno a svolgere un ruolo importante nella riduzione degli sprechi e del rischio. Ma ancora più importante, essi potranno agire come una fonte primaria di innovazione, elemento questo che può dare alla società un vero vantaggio competitivo. Flextronics, per esempio, gestisce centri di innovazione di prodotto che possono contare su un gruppo selezionato di fornitori strategici che consentono alle oltre 100 startup, con cui l’azienda opera, di realizzare le loro innovazioni in modo più rapido ed efficace.

In futuro, le applicazioni “virtual supplier room” potrebbero fornire una piattaforma digitale per garantire che le idee giuste vengano identificate e alimentate con i fornitori strategici. Tale strumento potrebbe anche contenere una “sub-room” permettendo ai fornitori di esplorare le problematiche più importanti della società, presentarsi e presentare le loro soluzioni.

Tutto è in discussione

Il raggiungimento di un vero sistema digitale richiede la messa in discussione di tutti i processi di procurement, soprattutto perché l’innovazione digitale promette di trasformare quegli stessi processi in maniera irriconoscibile. A guidare l’innovazione è per esempio l’Industrial Internet of Things (IIoT), che combina un’elaborazione guidata dai sensori con gli industrial analytics e l’applicazioni di macchine intelligenti in un universo unico in cui prodotti, processi e servizi sono collegati. Secondo quanto rileva Accenture, già il 32% dei manager riconosce che questo cambio verso il digitale migliorerà significativamente la trasparenza della Supply Shain e aumenterà il valore degli analytics. Ma alcuni player sono ancora più lungimiranti. Non solo sanno che la IIoT può aiutare i loro processi a fare le stesse cose in modo decisamente migliore, ma anche, e soprattutto, che li aiuterà a rivalutare e reimmaginare quei processi.

Per esempio in uno scenario in cui i sensori integrati siano così comuni che i segnali di domanda di acquisti, per il 90%, siano inviati direttamente ai fornitori, senza il coinvolgimento della società o del responsabile degli acquisti, saranno i sensori integrati a verificare la consegna degli stessi e a dire al sistema IIoT collegato se è stata puntuale o in ritardo. Inoltre, il sistema può consultare un contratto digitale stipulato con il fornitore per determinare il prezzo corretto sulla base della puntualità delle consegne e quindi autorizzare il trasferimento dei fondi utilizzando valute digitali. Nè ordini di acquisto nè fatture devono essere generati o approvati. In breve, il processo è stato totalmente rivoluzionato.

Col tempo, la IIoT potrebbe consentire cambiamenti di processo ancora più radicali, collegando le parti con il software che indica l’impianto a cui gli acquisti sono destinati e utilizzando sensori per guidare quegli stessi acquisti lungo la supply chain, che potrebbero addirittura arrivare a destinazione senza intervento umano. L’impresa integrata potrebbe anche utilizzare la IIoT per riallocare le parti durante il trasporto, se sviluppi imprevisti dovessero richiederlo.

L’arte del possibile

È quindi giunto il tempo di permettere alle piattaforme e alle tecnologie digitali di aiutarci a vedere l’arte del possibile nel Procurement, verso una nuova visione strategica. Ma dove si comincia?

• Considerando quanto radicalmente il digitale cambierà il lay out del Procurement.

• Identificando i componenti digitali che consentiranno all’azienda di diventare integrata.

• Sfidando lo status quo, ristrutturando il processo source-to-pay con il digitale in mente.

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