Analisi

Politecnico di Milano: «Smart Working: si può e si deve!»

Il 67% delle aziende ha già attivato qualche iniziativa, ma solo l’8% ha adottato a pieno questo modello. In pole position le grandi aziende del settore Alimentare, ICT e Telco. L’analisi dell’Osservatorio Smart Working, che ha premiato anche American Express e la Provincia Autonoma di Trento per la loro capacità di innovare le modalità di lavoro in ottica smart

16 Ott 2014

Mariano Corso, School of Management, Politecnico di MilanoFare Smart Working in Italia oggi si può e si deve. È questo il messaggio dell’edizione 2014 dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, che ha rilevato come il 67% delle aziende ha già attivato qualche iniziativa in questo senso: anche in Italia si sta diffondendo un approccio innovativo del lavoro, che si caratterizza per flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari di lavoro e degli strumenti e delle tecnologie da utilizzare.

«Fare Smart Working oggi in Italia oggi è possibile – afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Working -. I risultati ottenuti dalle imprese che per prime si sono cimentate in questo percorso indicano come le tecnologie digitali, i nuovi device disponibili e la cultura diffusa tra le persone permettano di rimettere in discussione gli stereotipi relativi a luoghi, orari e strumenti di lavoro, consentendo alle persone di raggiungere al tempo stesso una maggiore efficacia professionale e un miglior equilibrio vita-lavoro. Alle iniziative delle aziende si devono accompagnare interventi sulle infrastrutture, come ad esempio la banda larga e Wi-Fi nei luoghi pubblici, insieme a misure di semplificazione delle forme contrattuali che agevolano e promuovono tali forme di flessibilità. Ma soprattutto fare Smart Working oggi è necessario, perché l’entità dei benefici concreti ottenuti per le persone, le imprese e l’ambiente ne fanno una leva irrinunciabile per recuperare le energie e i talenti necessari alla competitività del sistema Paese».

Ma la strada è ancora lunga. Infatti, a oggi solo l’8% delle aziende ha adottato realmente un modello di Smart Working – si tratta soprattutto di grandi aziende dei settori alimentare, ICT, e Telco -, con associato lo sviluppo di un piano sistemico e l’introduzione di strumenti tecnologici digitali, adeguate policy organizzative, nuovi comportamenti organizzativi e layout fisici degli spazi (si stima che saliranno al 19% nei prossimi 2 anni).

In termini di nuove abitudini lavorative, anche se lentamente, si sta diffondendo l’abitudine a lavorare anche in luoghi diversi dall’ufficio e, già oggi, oltre metà degli impiegati, quadri e dirigenti lavora in mobilità per parte del proprio orario di lavoro all’esterno della sua sede (in maggioranza in altre sedi dell’azienda e dai clienti, ma anche in spazi di coworking o sui mezzi di trasporto). Eppure i professional effettivamente “pronti” – per predisposizione culturale e organizzativa – a diventare Smart Workers sono ancora il 20% del totale, percentuale che fatica a decollare a causa degli ostacoli legati alle attività non prevedibili e pianificabili, allo scarso coinvolgimento nelle decisioni da parte del capo, e alla limitata autonomia nella definizione degli orari di lavoro.

Insomma, fare Smart Working in Italia è possibile e i segnali sono incoraggianti, grazie alla crescente attenzione delle aziende, alla disponibilità delle tecnologie digitali, alla propensione delle persone all’interazione e alla relazione virtuale. Ma la strada per ripensare i modelli di organizzazione del lavoro è solo all’inizio.

Nel corso del convegno di presenzazione dei risultati dell’Osservatorio sono stati consegnati gli Smart Working Awards 2014 ad American Express – per il progetto Blue Work – e alla Provincia Autonoma di Trento – per il progetto TelePAT – che si sono distinte per la loro capacità di innovare le modalità di lavoro in ottica smart. Menzioni speciali sono andate anche a Nestlè Italia, per il percorso intrapreso nell’introduzione di iniziative di Agile Work e per l’esteso piano di change management, e a Unicredit, che ha ottenuto significativi benefici nella razionalizzazione ed efficienza nell’utilizzo degli spazi e sulla flessibilità di orario e luogo di lavoro.

Valuta questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 5


Warning: include_once(/home/digital4de/domains/digital4sfdc.dev.digital360.it/public_html/wp-content/plugins/cookiebar4wordpress/vendor/cookiebar/cookiebar/includes/templates/cookie-bar.php): failed to open stream: No such file or directory in /home/digital4de/domains/digital4sfdc.dev.digital360.it/public_html/wp-content/plugins/cookiebar4wordpress/cookiebar.php on line 42

Warning: include_once(): Failed opening '/home/digital4de/domains/digital4sfdc.dev.digital360.it/public_html/wp-content/plugins/cookiebar4wordpress/vendor/cookiebar/cookiebar/includes/templates/cookie-bar.php' for inclusion (include_path='.:/usr/local/php74/lib/php') in /home/digital4de/domains/digital4sfdc.dev.digital360.it/public_html/wp-content/plugins/cookiebar4wordpress/cookiebar.php on line 42