digitalizzazione del made in Italy

Pininfarina e l’ERP in Cloud: «Servono forti garanzie per un sistema così strategico»

«Non siamo partiti con l’idea di un software-as-a-service, ma nella software selection ci siamo accorti che gran parte dell’offerta sul mercato ormai è così», spiega il responsabile IT Sebastiano Caracciolo. «È un passaggio non privo di timori, per esempio sulla sicurezza e sul controllo dei dati, e sulla latenza nell’accesso al servizio»

12 Ott 2017

Per una piccola o media impresa (PMI) adottare un sistema ERP significa scegliere la “spina dorsale digitale” che gesisce tutti i processi più importanti, e quindi è un passo estremamente critico. L’avvento degli ERP in Cloud, poi, ha introdotto una serie di elementi in più da valutare e di dubbi da risolvere. Una fase che sempre più PMI italiane stanno affrontando, man mano che l’offerta di ERP in software-as-a-service si consolida e si afferma sul mercato. Un significativo esempio è quello di Pininfarina, il gruppo torinese specialista in progettazione ed engineering di prodotti industriali – soprattutto automotive – noto in tutto il mondo, ma che per dimensioni di fatturato (68 milioni di euro nel 2016) è certamente classificabile come PMI.

Pininfarina è uno dei primi utenti italiani di SAP Business ByDesign, pacchetto ERP nativamente sviluppato per il Cloud e disponibile da poco anche nel nostro Paese. Adotterà l’intera suite (HR, Financials, Supplier Management, Project Management, Supply Chain, CRM) e ha appena iniziato l’implementazione, come ha recentemente spiegato in una conferenza stampa Sebastiano Caracciolo, responsabile IT.

Sebastiano Caracciolo, responsabile IT di PininfarinaIl progetto riguarda due società del gruppo molto diverse. Una è la capogruppo Pininfarina SpA, che ha 300 dipendenti e si occupa di attività di stile, progettazione, produzione prototipi per l’automotive. L’altra è Pininfarina Extra, molto meno strutturata come sistemi informativi, che occupa 30 persone e progetta tutto ciò che non ha ruote, da beni di consumo a edifici ad aerei e yacht, ha detto Caracciolo.

«Dopo 10 anni difficili, con investimenti IT quasi fermi, alla fine dell’anno scorso è ripartito il business: sono arrivate commesse importanti e siamo stati acquisiti da una multinazionale indiana. A fronte della necessità di supportare il rilancio dell’attività ci siamo trovati con un sistema informativo obsoleto, non più adatto, poco integrato, con difficoltà amplificate dalla necessità di scambiare con più frequenza e tempestività informazioni tra le diverse società del gruppo e con la casa madre».

Pininfarina ha così chiamato una società di consulenza per rivedere processi e sistema informativo, realizzando una fotografia precisa “as is”, individuando tutti gli interventi necessari a colmare gap, e ordinandoli per priorità. «Non siamo partiti con l’idea di un ERP in cloud, non era neanche stata presa in considerazione. Ma come parte della revisione dei processi abbiamo fatto una software selection, e ci siamo accorti che gran parte dell’offerta sul mercato ormai è in Cloud».

C’è stata quindi una fase di valutazione, alla ricerca di risposte a dubbi e timori che come accennato sono piuttosto generali e diffusi nelle PMI di fronte alla scelta di adottare un ERP in software-as-a-service.

«Una preoccupazione riguardava la sicurezza del dato: abbiamo informazioni fortemente sensibili, delegarne la protezione ci spaventava. Altro timore era di perdere il controllo dei dati, di non poter intervenire in caso di problemi e risalire a cosa è successo: per noi è importante, siamo periodicamente sottoposti a audit, da parte di certificatori di bilancio e clienti».

Inoltre, continua Caracciolo, altri elementi considerati critici erano il cambio d’impostazione della struttura dei costi, con il passaggio da capex a opex («è visto con timore in molte aziende»), i tempi di latenza legati all’accesso da remoto, e anche la possibile perdita di potere contrattuale nei confronti del fornitore software, per il fatto di non avere fisicamente il sistema in casa.

«Il system integrator che ci affianca nel progetto, Altea, ci ha aiutato a superare questi “scogli”, fornendoci le forti garanzie necessarie per esternalizzare un sistema così strategico: per esempio per la sicurezza ci hanno dimostrato che un Cloud provider ha livelli di investimento e policy fuori dalla portata di una singola azienda; per il controllo dei dati esiste una serie di tool con cui si può tracciare ogni singola modifica di informazione anche a distanza di anni, e in quanto alla latenza si tratta di un sistema scritto per lavorare da remoto, con performance molto migliori di qualsiasi client/server messo in Cloud, e possibilità di accedere da qualunque dispositivo senza dover mettere in piedi VPN dedicate».

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