Analisi

Fatturazione elettronica, un caso emblematico: benefici certi, attuazione a rilento

C’è una legge dal 2007, ma il Paese ancora attende il via. Alessandro Perego del Politecnico di Milano spiega i motivi per cui l’informatizzazione del ciclo ordine-pagamenti delle imprese che interagiscono con la PA è ormai improcrastinabile: vale un miliardo e mezzo di euro di risparmi e ha riflessi importanti su tutta l’economia

29 Ott 2013

Alessandro Perego, School of Management Politecnico di MilanoCosa bisogna fare concretamente per trasformare le idee in fatti? La domanda di Alessandro Perego, responsabile dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano, si riferisce proprio all’emblematico caso della Fatturazione Elettronica, un bellissimo esempio dell’inerzia italiana in tema di innovazione, perché rappresenta tante sfaccettature del tema Agenda Digitale.

Spega il docente: «Da un lato è un’azione molto concreta, con confini piuttosto ben definiti, circoscritti, identificabili, e con benefici chiari: un miliardo di euro l’anno per la PA e altri 500 milioni di euro l’anno per le imprese fornitrici della PA, solo in termini di risparmi diretti, che possono diventare 60 miliardi di euro all’anno, se le logiche della digitalizzazione fossero estese a tutto il ciclo ordine-pagamento in tutte le relazioni tra imprese». Obiettivi oltretutto raggiungibili con tecnologie già disponibili.

Ma in realtà è molto di più: «Noi l’abbiamo sempre rappresentata come un esempio emblematico di cosa può rappresentare la digitalizzazione dei processi in senso ampio, e non il mero scambio di fatture in formato elettronico».

In terza battuta è qualcosa che parte dalla PA ma che ha riflessi positivi molto importanti sul resto dell’economia, perché sono tante le aziende che interagiscono con la PA, ma molto maggiori sono gli scambi B2B: tutte le imprese possono beneficiare da quel che si impara in un dialogo positivo con la Pubblica Amministrazione, cioè le best practice che nascono qui possono in qualche modo beneficiare tutto il Paese.

Continua Perego: «Sappiamo che dalla digitalizzazione anche solo dei processi amministrativi conseguono benefici importanti e di efficienza, ma anche di competitività sull’estero, perché i nostri 500 miliardi di export sono prevalentemente B2B e le aziende estere vogliono interagire con le imprese italiane attraverso modelli digitali».

La grande distribuzione internazionale ha già superato l’idea di interagire con documenti scambiati in formato analogico. C’è un quarto motivo per cui il tema è particolarmente interessante: è un esempio della distanza che ci può essere tra la teoria e i fatti.

Il decreto di obbligo della Fatturazione Elettronica verso la PA è del 2007, e siamo ancora in una situazione in cui – anche se fortunatamente dei passi avanti sono stati fatti – l’attuazione deve ancora avvenire.

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