Data center software defined

In Università Mediterranea la virtualizzazione supporta la ricerca

L’Università Mediterranea di Reggio Calabria ha consolidato una dozzina di server fisici su un’appliance di astrazione che combina hardware Fujitsu e software VMware. Ridotti sensibilmente i tempi, in termini di ore/uomo, di gestione e manutenzione del data center, così come i consumi

19 Nov 2015

La Cittadella di Università Mediterranea di Reggio CalabriaL’Università Mediterranea di Reggio Calabria è attiva dal 1967 e oggi conta 6 dipartimenti e oltre 8.000 studenti. Quasi tutte le strutture dell’ateneo sono collocate all’interno della moderna Cittadella Universitaria, che accoglie gli ambienti didattici e amministrativi, i dipartimenti e 60 laboratori.

Negli ultimi anni, l’istituto ha promosso nuove linee di ricerca, soprattutto nell’ambito delle tecnologie agrarie e ha dato vita a un’infrastruttura basata sul modello europeo denominata Saf@med (Sustainable Agriculture and Food in Mediterranean Area). Scopo dell’iniziativa è valutare l’influenza dei cambiamenti climatici sulle produzioni agricole e agroalimentari, così come le ricadute in termini di sicurezza. Le stime d’impatto operativo dell’infrastruttura, sia sul territorio di appartenenza sia sulla comunità scientifica internazionale, hanno reso necessario un impegno straordinario della struttura IT dell’ateneo, che ha provveduto negli ultimi mesi a razionalizzare le risorse del data center.

L’obiettivo principale del dipartimento di informatica, che impiega 6 persone coordinate da Melchiorre Monaca, era riuscire a soddisfare le esigenze di comunicazione, elaborazione dati e condivisione dei risultati collegati al progetto Saf@med e al laboratorio attrezzato per lo scopo. Anziché destinare nuove risorse fisiche ad hoc, l’Università ha deciso di implementare un’appliance di virtualizzazione consolidando, così, su una sola macchina la dozzina di server fisici di supporto alla ricerca e alla didattica presenti nel data center.

La decisione

A Pasqua di quest’anno è maturata la decisione di avviare il progetto, finanziato grazie a un fondo di circa 200mila euro. «Conoscevamo già il partner tecnologico Gruppomega – esordisce Monaca, Responsabile del Servizio Autonomo per l’Informatica di Ateneo – che ci aveva seguito in occasione di altri progetti e, su suo consiglio, abbiamo valutato le possibili soluzioni tecnologiche. La scelta è ricaduta sull’appliance fisica Fujitsu Integrated System Melchiorre Monaca, Responsabile del Servizio Autonomo per l'Informatica di AteneoPrimeFlex, basata su server Fujitsu Primergy CX400, in abbinamento alla virtualizzazione software VMware Evo:Rail. A farci orientare verso questa soluzione sono state la rapidità d’implementazione e la flessibilità di gestione che ci assicurava, per noi fondamentali. Oggi, infatti, siamo in grado di scalare facilmente le risorse del progetto di ricerca con pochi click del mouse. Abbiamo implementato una sorta di cloud privato e a breve sarà avviata la gara d’appalto per le funzionalità di replica dei dati, in ottica di Business Continuity». Dalla delibera di attuazione del progetto al suo completamento è trascorso un trimestre. Il risultato? Un’infrastruttura software defined e iperconvergente che consolida tutti i servizi IT eccezion fatta che per la gestione delle caselle e-mail dei docenti. Si va dall’amministrazione alla comunicazione di ateneo, dalla gestione delle attività degli studenti in corso e delle 500 unità di personale a quella delle 120.000 utenze presenti nel database. E i risparmi? «Evidenti da subito – precisa Monaca –, sia in termini di ore/uomo dedicate alla gestione e manutenzione, sia in termini di consumi e raffreddamento della struttura».

Il progetto ha portato alla creazione di un’infrastruttura di supporto alla ricerca strutturata in cinque piattaforme, coordinate da altrettanti responsabili scientifici e dedicate rispettivamente alla sostenibilità delle produzioni primarie in ambiente mediterraneo; a monitoraggio, tutela, valorizzazione e gestione sostenibile del territorio agroforestale mediterraneo; ai processi agro-alimentari e alla valorizzazione dei sottoprodotti; al food safety e all’economia dello sviluppo sostenibile. «La piattaforma realizzata pone l’Università Mediterranea all’avanguardia nella strumentazione per la ricerca agroalimentare – sottolinea Santo Marcello Zimbone, coordinatore di Saf@med e Direttore Generale dell’Ateneo –. I risultati della ricerca e i servizi innovativi generati avranno ricadute certe, sia in ambito accademico sia, soprattutto, a livello industriale. Un esempio? Stiamo analizzando il DNA dei parassiti, per migliorare la resa delle colture del nostro territorio».

Il ruolo del partner

«Lo scenario tecnologico in essere si caratterizzava per l’estrema frammentazione dell’hardware utilizzato – ammette Monaca – con server dedicati a ogni singola attività o servizio. Per noi era fondamentale consolidare l’infrastruttura, per renderla più flessibile e adatta alle esigenze del nuovo laboratorio. Oggi, la nostra infrastruttura è certamente più stabile ed efficiente, ma abbiamo già percepito gli effetti positivi in termini di disponibilità e sicurezza dei dati. Fujitsu ci ha seguiti in tutte le fasi del processo e abbiamo apprezzato lo sforzo congiunto con VMware e Gruppomega, soprattutto sulla procedura di prima attivazione, effettuata con tecnici specializzati on-site». Tre le persone coinvolte nella fase decisione, durata circa due settimane, mentre l’installazione ha visto lavorare per tre giorni, in modo coordinato, un tecnico VMware appositamente mandato dagli Stati Uniti, tre persone di Fujitsu e un paio di persone di Gruppomega.

Gruppomega ha avviato da tempo una relazione con Università Mediterranea, maturando una conoscenza puntuale della realtà dell’ateneo e delle necessità collegate all’iniziativa Saf@med: «Siamo stati noi a segnalare le potenzialità collegate alla tecnologia VMware Evo:Rail – rimarca Salvatore Cipriano, Account Manager di Gruppomega, società che grazie a questo progetto ha ottenuto da Fujitsu il Select Innovation Award a livello EMEIA (Europa, Medio Oriente India e Africa – ndr) –. La conoscenza pregressa dell’architettura ci ha certamente aiutato a vincere la gara d’appalto».

Gli sviluppi futuri

Il buon esito del progetto di consolidamento infrastrutturale ha spinto Università Mediterranea a valutare l’ipotesi di sfruttare la soluzione implementata anche per procedere con la virtualizzazione dei desktop, al momento in fase di sperimentazione. L’idea è di traghettare i docenti vero una mobility sicura, con la possibilità di disporre dell’ambiente di lavoro in ogni luogo convogliando i dati su un unico server e concentrando su questa risorsa sia l’utilizzo di strumenti di sicurezza ad hoc sia le operazioni di manutenzione.

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